Io sono la Comune, il tempo che rinasce e
divampa, il tempo che si riproduce per scissione, a due a due come le ciliege,
in una catena infinita e senza centro.
Io sono la Comune, e dunque non sono Io,
ma la disseminazione dei corpi e delle anime confusi in un grappolo di suoni
senza fine.
Io sono la Comune, che non può morire, e
danza.
Parigi, marzo 1871
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